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Orto botanico di Firenze

Succulente

Succulente

La collezione conta oltre 600 esemplari appartenenti a 22 famiglie, quasi tutti coltivati in vaso all’interno di una porzione della Serra fredda, dove le piante sono suddivise sulla base della loro distribuzione geografica e della famiglia o genere di appartenenza. Questa disposizione consente di apprezzare le varie strategie adattative che specie provenienti da aree geografiche molto distanti tra loro hanno evoluto in risposta ai medesimi stress ambientali: foglie trasformate in spine, fusti e foglie succulenti e ricchi di tessuti in grado di immagazzinare acqua, ma anche foglie provviste di porzioni di tessuto trasparente in grado di far filtrare la luce fino ai tessuti interrati in cui avviene la fotosintesi.

Le piante succulente infatti, comunemente conosciute come piante grasse, sono un gruppo di piante estremamente eterogeneo ma accomunato dalla presenza di organi provvisti di tessuti acquiferi (solitamente fusti e foglie) che permettono loro di vivere in ambienti caratterizzati da scarsità idrica, forti escursioni termiche ed elevato irraggiamento solare.

La prima notizia verificata sulla presenza di piante succulente nell’Orto botanico di Firenze risale al 1890 quando furono accolti due esemplari, di cui uno ancora vivente, di Aloe striata dal Giardino Hanbury della Mortola, nei pressi di Ventimiglia. Fino alla metà del XX secolo gli incrementi furono dovuti esclusivamente agli scambi con altri Orti botanici; successivamente la collezione si è arricchita di esemplari raccolti in natura nelle missioni in Sud America compiute da Luciano Giugnolini, tecnico dell’Orto botanico. Negli anni ’90 la collezione si è ulteriormente accresciuta con circa 550 nuovi esemplari provenienti da orti botanici e da donazioni private. Di particolare importanza l’incremento delle Cactaceae con donazioni provenienti dalla sezione toscana dell’Associazione Italiana Amatori Succulente, di Lithops donati dal collezionista Giuseppe Piccione di S. Floriano (Verona) e di 100 esemplari della collezione Lodi dell’Orto botanico di Bologna.

La collezione viene utilizzata per il riconoscimento di specie sequestrate dal Corpo Forestale nell’ambito della Convenzione CITES, che tutela piante e animali dal traffico internazionale illegale. Si prevede un incremento del numero degli esemplari in conservazione attraverso nuove semine e un nuovo allestimento all’esterno per alcune delle specie più rustiche.

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