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Agronickel, biotecnologia per la bonifica naturale dei siti inquinati

Odontarrhena albiflora


Odontarrhena albiflora (Albania, Korce, Mali i Tathe)

Gli alissi corimbosi (genere Odontarrhena) sono erbe relativamente comuni negli ambienti aridi e rocciosi tra il bacino Mediterraneo e l’Asia centrale, che passerebbero piuttosto inosservati al non specialista se non per le estese chiazze d’un giallo intenso di cui colorano i prati durante la fioritura tardo-primaverile.


Piante speciali
C’è però un carattere di queste piante che le rende oggetto di un’attenzione tutta speciale da parte dei botanici e degli ecologi: il fatto che la maggior parte delle specie conosciute – sono oltre 50 – cresca quasi esclusivamente su suoli ricchi di metalli pesanti, e che da tali suoli riesca ad estrarre ingenti quantità di nichel per iper-accumularlo nelle foglie e dissuadere parassiti e brucatori dal nutrirsene. Potrebbe sembrare poco più che un curioso adattamento difensivo, non fosse che da anni in tutto il mondo si stia studiando il modo di sfruttarlo per la bonifica naturale da siti inquinati di nichel (il “fitorimedio”) e ancor più per la fitoestrazione, una biotecnologia avveniristica e ultra-sostenibile nella quale si conta di far fare alle piante il lavoro che in altre epoche fu appannaggio dei minatori, visto che il nichel ha diverse applicazioni in campo industriale.


Il progetto
Per comprendere meglio i meccanismi e le potenzialità di queste mirabili creature, la Comunità Europea ha finanziato su fondi ERANET JPI FACCE SURPLUS 2015 il progetto AGRONICKEL, un’iniziativa internazionale che coinvolge università di diversi paesi europei. Non poteva mancare tra queste quella di Firenze, dove esattamente 70 anni fa fu scoperta la prima specie iper-accumulatrice di nichel al mondo, proprio un alisso esclusivo (endemico) delle rocce serpentinose di Toscana e Liguria orientale.

Il progetto prevede, tra l’altro, di approfondire aspetti ancora poco chiari nella diversità di Odontarrhena in Albania, paese ricco di suoli metallicoli e per questo graditissimo a queste piante. Con questo scopo, nel corso di tre missioni svolte tra il 2016 e il 2017, i ricercatori dell’Università e del Museo hanno compiuto estesi campionamenti su tutti i principali affioramenti serpentinosi d’Albania e, sulle tracce del celebre botanico tedesco Friedrich Markgraf (1897-1987), i cui reperti furono distrutti a Berlino durante i bombardamenti della Seconda Guerra Mondiale, ne hanno riscoperte molte di cui si era persa la memoria.


Referenti SMA: Lorenzo Lastrucci, Lorenzo Cecchi

Ultimo aggiornamento

03.09.2021

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