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Indagine su un batterio da resti scheletrici

Le collezioni antropologiche in una ricerca internazionale

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C’è il contributo del Sistema Museale nella ricerca internazionale che ha ricostruito, con prove empiriche a partire da resti scheletrici, il collegamento tra transizioni culturali come la sedentarizzazione - da una parte - e dall'altra l’esposizione a malattie tramite microrganismi patogeni che si sono adattati all'uomo.

Un reperto delle collezioni antropologiche del Museo di Antropologia e Etnologia, con la collaborazione di una delle curatrici - Monica Zavattaro, è stato infatti utilizzato per verificare la presenza di una sottospecie batterica della Salmonella enterica, specializzatasi nell'uomo già migliaia di anni fa a causa dello stile di vita sedentario che sostituiva il nomadismo.

Il reperto – uno dei 3.000 crani organizzati per aree geografiche conservati nelle collezioni del Sistema Museale, risale al periodo romano. Proprio con il materiale genetico prelevato dai denti di questo e di altri 2.738 reperti oggetto d'indagine – in un viaggio nel tempo fino a 6.500 anni fa, i ricercatori hanno tracciato la presenza di un progenitore della Salmonella paratyphi C specifica dell'uomo, tra pastori e agro-pastori sedentari vissuti tra Europa e Asia in economie agricole.

Per maggiori informazioni sull’indagine, realizzata anche con il contributo del Dipartimento di Biologia dell’Università di Firenze: Unifimagazine | Nature Ecology & Evolution (abstract in inglese e accesso alla risorsa completa a pagamento)

28 Febbraio 2020 (Archiviata)

 

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